L’incontro è un contesto che si crea a volte per casualità, ma altrettante volte per volontà. Rappresenta un contenitore, più o meno ampio, dove posso scoprire, (ri)trovare, sperimentare ed emozionarmi. Consci dell’importanza di questa realtà la Casa di Riposo san Gaetano di Caidate VA e la Fondazione Alberto Sordi di Roma hanno strutturato un percorso dove l’incontro sia realizzabile a dispetto della distanza e delle difficoltà oggettive.
La tecnologia sperimentata, per altro in tempo di pandemia, ha enormemente facilitato andando a colmare il gap geografico. Sono bastate pochi confronti tra i rispettivi servizi educativi per dar vita al primo incontro in data 12 giugno 2023.
Protagonisti indiscussi sono state le persone anziane che afferiscono ai diversi contesti: Caidate di tipo residenziale, Roma di tipo diurno. Quello che potevano essere barriere si sono rivelate false preoccupazioni di appartenenza del solo staff che coadiuvava l’incontro. Si temeva che barriere linguistiche (in particolar modo i dialetti) preconcetti culturali o scarsa partecipazione potesse influenzare negativamente il contest creato. Invece si è assistito a naturalezza, voglia di confronto e tanta curiosità. Il personale si è trovato, sin dai primi istanti, a rivestire il ruolo marginale di facilitatore, mentre presentazioni, domande e risate si alternavano con una semplicità spiazzante. Solo in alcuni casi l’attenzione si è focalizzata su specifiche tematiche quali il cibo o il trascorrere del tempo nei rispettivi luoghi di accoglienza.
Sensibile è stato cogliere come i nomi che nei primi incontri risuonavano anonimi, hanno preso una specifica fisionomia. Un esempio su tutti è l’invito che Lidia rivolge a Paolo ad ogni incontro per invitarlo a Roma con la promessa di preparare alcuni piatti della cucina laziale. Gli incontri hanno visto un’alternanza di protagonisti, senza intaccare il clima di cordialità e di curiosità che connota questo spazio. Altro dato sensibile è la richiesta di quando ci si potrà rivedere, che avviene in modo spontaneo. Non è scontato questo desiderio, ma è indice di come una semplice videochiamata possa non soltanto allontanare la noia e una routine intervallata dal fare.
Io divento protagonista, posso raccontare, posso chiedere e sono ascoltato a km di distanza. Si valorizza la mia storia, i miei incontri personali, la mia persona. Non solo. Si riesce a far memoria di fatti cha hanno riguardato in modo trasversale i gruppi di conversanti: quel pontefice, la volta che sono stata a Roma, …
Ultimo, ma non per importanza, è rappresentato dal dono. Dono fatto di tempo per… ma anche dono in senso tangibile. Infatti il legame che si è creato sfocia in gesti concreti come lo scambio di doni in occasione delle festività maggiori a sottolineare come la distanza è solamente un fattore al quale possiamo dare un dato grado d’importanza. Non c’è da stupirsi se alla Fondazione A. S., potete trovar un albero con uova pasquali realizzate dagli anziani a Caidate.