Giochi di luce

primo piede o la prima ruota che hanno toccato il suolo del parcheggio della Casa Madre di Como hanno sancito l’inizio di un nuovo cammino verso la riapertura della nostra Casa al territorio in seguito a faticosi anni di pandemia che, solo a piccoli sprazzi, accennano a dare tregua.

L’emozione era tanta sia per chi non era mai stato in un contesto così ricco di storia e spiritualità sia per chi vi era già stato in altre occasioni. Il santuario con i suoi colori e la sua grandezza ci ha accolti facendoci sentire parte di una comunità più grande, complici la bella giornata di ieri e il sole che hanno contribuito a farci apprezzare la vetrata con dei giochi di luce davvero suggestivi.

Come educatrice, in rappresentanza di Caidate, ho prestato la mia voce per la prima lettura. Era tratta dal Libro di Giobbe e una frase mi ha colpita particolarmente: ”io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo”. Non so dire se fosse stato un caso o se fosse stata consapevole la scelta del brano sopracitato, ma queste parole, a mio avviso, rappresentano con immediatezza l’essenza  di quanto, noi operatori, siamo chiamati ad essere per le persone anziane che ci sono affidate giorno dopo giorno. Essere al loro fianco ci ricorda che molte volte dovremmo avere l’umiltà di lasciarci guidare dalla saggezza maturata con l’esperienza dei nostri anziani.

Questo scambio di dare e avere è quanto di più prezioso ci possa essere utile per una crescita comune.

Una volta terminata la Santa Messa non potevano mancare le foto di rito accanto alla teca del fondatore e della beata Chiara Bosatta. Essere così vicino a colui che ha realizzato la grande famiglia guanelliana è stata una forte emozione che i nostri anziani hanno voluto condividere con le altre persone non appena rientrati in RSA.

Anche il momento conviviale è stato utile nell’enfatizzare il concetto di famiglia allargata, ben espresso nell’omelia fatta da Don … . Ottime pietanze hanno migliorato ancora di più l’esperienza: dal tortino di polenta al gelato passando per un gustoso risotto alla barbabietola … sono piacevoli ricordi che tutti i partecipanti hanno gradito. Pranzare oltre “le solite mura” ha permesso di rendere speciale una giornata che altrimenti sarebbe stata pressochè ordinaria.

Da questa esperienza mi porto a casa che spesso sono i piccoli gesti che rendono significativo un vivere che potrebbe apparire monotono e sono grata di essere stata parte del processo che ha portato i nostri anziani a costruire un nuovo ricordo che, si spera, sarà indimenticabile.

 

Giorgia Magnoni – educatrice Casa di Riposo San Gaetano di Caidate